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“Bangla”, in tv Roma multietnica e seconde generazioni

In prima serata tv questa sera su Raidue “Bangla”, opera prima pluripremiata del 23enne regista e attore Phaim Bhuiyan, che documenta in prima persona la realtà del quartiere romano multietnico di Torpignattara nel quale è cresciuto da italiano di seconda generazione.

“Sono 50% Bangla, 50% Italiano e 100% Torpigna” è una delle frasi più emblematiche della commedia romantica in cui si mescolano realtà e finzione, vincitore di vari premi, tra cui il Nastro d’argento come migliore commedia.

Dopo la messa in onda del film, un incontro-dibattito intitolato ‘Bangla – Diario di un film‘, condotto da Andrea Delogu, con la partecipazione del regista Bhuiyan, per dialogare sulla commedia, sulla Roma multietnica con vari rappresentanti delle comunità e realtà del quartiere di Torpignattara. Tra gli interventi quello dell’imam di Centocelle, Haj Ben Mohamed, che ha amato di “Bangla” la rappresentazione delle difficoltà che affronta un italiano di seconda generazione.

“E’ un gioiello straordinario, un film alla Truffaut, dove le differenze culturali legate al cibo, al sesso e alla religione, vengono superate dall’amore” ha commentato il direttore di Raidue Carlo Freccero.

“Bangla” è stato prodotto da Fandango e Timvision, che l’ha reso disponibile sulla sua piattaforma dal 29 agosto. “E’ il primo film che produciamo di un italiano di seconda generazione” ha ricordato Domenico Procacci di Fandango, in un momento in cui in Italia si riapre il dibattito sullo Ius soli.

“In tempi anche recenti abbiamo sentito parlare dell’altro come un nemico, del multiculturalismo come un’apocalisse. E’ importante che un film come Bangla mostri cosa succede invece quando le persone si incontrano, arricchendosi a vicenda” ha detto la sindaca di Roma Virgina Raggi, intervenuta alla presentazione della serata evento.

Una passione per il cinema quella di Phaim, romano di famiglia bengalese, che risale al 2011, quando a 15 anni lanciò il suo canale da videomaker autodidatta per poi diplomarsi allo Ied due anni fa. Di “Bangla” ha firmato la sceneggiatura – con Vanessa Piccarelli, già sua insegnante allo Ied – oltre ad esserne il regista nonché il protagonista.

E’ un storia d’amore, ironia e pregiudizi. Alla base un incontro casuale, a un contest musicale, tra due ragazzi. Lei, Asia, libera e spigliata, è di Roma Nord che, vista da Torpignattara — dove lui, Phaim, musulmano osservante, è nato e cresciuto — “pare la Svizzera”.

In un’intervista dell’estate 2018 al ‘Corriere della Sera’ Phaim ha raccontato di aver comprato la sua prima cinepresa con i soldi che si guadagnava lavorando l’estate al banco nel negozio del padre. I suoi genitori — il padre è arrivato in Italia nel 1987, poi raggiunto a Roma dalla moglie — lo sognavano dottore, ingegnere, avvocato. Vedendo la sua passione per il cinema e la musica, la sua determinazione ferrea ad andare avanti su questa strada, non si sono messi di traverso. “Mio padre è molto aperto, però mi ha sempre detto: se devi fare una cosa, falla bene” ha ancora detto il giovane regista, che ha conquistato una borsa di studio allo Ied, dove ha imparato tecniche e segreti fondamentali. Phaim ha realizzato un servizio sulla comunità bengalese per Nemo su Raidue, arrivando poi a Procacci e alla Fandango.

“Bangla” è in parte la sua storia, quella della sua famiglia, con la mamma e la sorella che nel film interpretano se stesse, in una Torpignattara dove hanno sempre vissuto. Un mondo multiculturale, dove varie etnie convivono e anche un luogo legato alla storia di Roma e del cinema, Pasolini e non solo.

“Certo, come persona di seconda generazione vivi conflitti interni. Hai un piede in due culture, quella di origine e quella italiana. L’equilibrio si trova anche grazie all’ironia. Devi sempre cercare di avere un punto di vista positivo. E non perdere la voglia di dialogare” ha confidato Phaim. Una filosofia di vita che è anche il fil rouge della sua opera prima in cui si ride, persino dei tabù sul Ramadan, l’alcol, il cibo e il sesso.

Photo Credit: © Bangla – Fandango – Timvision

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