Ultimi Articoli
Seguici Su
Home  /  Libri   /  Dal Sahara a Roma, la ‘Rivoluzione’ di Takoua

Dal Sahara a Roma, la ‘Rivoluzione’ di Takoua

La rivoluzione dei gelsomini. Dal deserto del Sahara a Roma” (edito da Becco Giallo) è firmato Takoua Ben Mohamed, graphic journalist italo-tunisina, volto noto delle cosiddette seconde generazioni, già autrice del fumetto di successo “Sotto il velo”. Il suo fumetto autobiografico ci offre un altro sguardo sulla rivoluzione tunisina del 2011, mettendo in luce le battaglie decennali di attivisti e il ruolo decisivo delle donne nell’insurrezione popolare e nella lotta per i propri diritti. Protagoniste del racconto illustrato, frutto di un lavoro di tre anni, sono la stessa Takoua, la sua gattina, la mamma e tutte le donne tunisine in prima linea nel cambiamento epocale che la Tunisia ha vissuto e sta tutt’ora vivendo. Proprio oggi il paese nord-africano torna alle urne per cruciali elezioni legislative, e tra una settimana l’appuntamento è con il ballottaggio delle presidenziali tra il docente universitario ultraconservatore Kais Saied e l’imprenditore incarcerato Nabil Karoui.

“Tutto questo casino per il pane, mi sono sentita dire più volte in Italia, anche da persone che hanno una certa conoscenza della Tunisia” racconta Takoua ad AVANGUARDIE MIGRANTI. “Non è stata una rivoluzione dei gelsomini, così è stata chiamata in Europa, ma una rivoluzione per la dignità portata avanti dal popolo per riacquistarla dopo decenni di regimi autoritari. Ovviamente c’è stata anche una dimensione economica” sottolinea la graphic journalist. In realtà la rivoluzione del 2011 è soltanto accennata alla fine del suo fumetto, che si concentra sul lungo processo di lotte sociali, culturali e politiche che hanno reso possibile l’insurrezione popolare e la destituzione dell’ormai defunto presidente Zine El-Abidine Ben Ali, arrivato al potere con un colpo di stato nel 1987. Prima di lui c’era stato Habib Bourghiba, padre dell’indipendenza dalla Francia, presidente per 30 anni, dal 1957 al colpo di stato di Ben Ali.

“Il mio paese di origine ha vissuto due dittature, durate più di mezzo secolo. Prima quella politica di Bourghiba, che ha liberato la Tunisia dai coloni francesi, autoproclamandosi presidente a vita. Voleva il potere per sé ma ha dato molto al paese. Ben Ali ha tenuto il potere per sé ma ha riportato la nazione indietro, sulla pelle di molti” prosegue l’autrice del fumetto.

La rivolta storica nel paese nativo di Takoua ha rappresentato un punto di svolta anche nella sua vita personale e in quella della sua famiglia, riaprendo ferite in realtà mai chiuse. “Dal 1999 (anno del suo arrivo in Italia) al 2011 ho cancellato la Tunisia dalla cartina geografica, quindi la mia identità tunisina, facendo prevalere quella italiana – dice ancora la fumettista –. Qui in Italia ero invece considerata soltanto come tunisina. Un paese che non conoscevo più, dove vivevano parenti di cui non ricordavo nemmeno il volto. Ero smarrita ma non lo sapevo. Con lo scoppio della rivoluzione ho cominciato ad interrogarmi sulla mia identità, le mie origini e la mia nuova vita in Italia”.

Takoua è nata a Douz, città a sud della Tunisia, conosciuta come ‘la porta del Sahara’, nel 1991, in una famiglia molto attiva socialmente e politicamente contro il potere di Ben Ali. Il padre, ex insegnante e funzionario ministeriale è stato esiliato pochi mesi dopo la sua nascita, prima in Sudan poi in Italia, dove ha ottenuto l’asilo politico. Suo zio è invece finito in carcere, dove è stato torturato fino alla morte, nel 2000. “In quei anni la mia famiglia non ha avuto pace. Mia mamma e come lei tante altre madri hanno lottato in modo alternativo, portando avanti un movimento di resistenza socio-culturale silenzioso, ma soprattutto crescendo la generazione protagonista dell’insurrezione del 2011” evidenzia Takoua, desiderosa di far conoscere e rendere omaggio a “tutte quelle donne sottovalutate, rimaste nel silenzio, casalinghe, contadine, spesso acculturate ma dal forte potenziale, il cui ruolo è stato cruciale per l’emergenza di una Tunisia indipendente e democratica”.

Per tre anni la giovane italo-tunisina ha indagato sulla sua storia famigliare, su quelle di tanti altri attivisti esiliati, incarcerati o uccisi sotto Ben Ali, giornali censurati, scovando in decine di archivi privati, realizzando interviste e documentari nel paese di origine. “Per questo progetto chiaramente autobiografico sono andata oltre i ricordi della bambina, in cerca del maggior numero di informazioni più obiettive possibile. Il mio è un punto di vista molto personale ma ho cercato di rispettare le storie individuali e collettive per raccontare l’evoluzione sociale e politica della Tunisia” precisa la graphic journalist, il cui fumetto è ricco di particolari, una miniera di informazioni con cartine, numeri e luoghi rappresentati con uno stile semplice ma molto curato.

Takoua con la mamma, i fratelli e le sorelle sono arrivati in Italia nel 1999, tramite ricongiungimento famigliare. Da bambina era molto timida ed introversa e nel disegno ha trovato più che una passione, uno strumento determinante: un modo per raccontare tutto quello che aveva dentro. A Valmontone, primo luogo di residenza, e poi a Roma lei e la famiglia sono stati accolti in modo aperto e rispettoso da vicini di casa, insegnanti e compagni di classe. “La nostra vita si è un po’ complicata dopo il 2001. La diffidenza c’era, specie nei confronti di chi portava il velo. Avevo 10 anni quando nei miei scarabocchi ho cominciato a disegnare la diversità, l’interculturalità e i pregiudizi” si ricorda Takoua, che di mattina andava a scuola e di pomeriggio studiava disegno da autodidatta, sui libri e poi sul web. All’Accademia di cinema di animazione di Roma ha poi imparato tutte le regole del disegno e presto le sue illustrazioni sono state pubblicate da associazioni di volontariato su riviste cartacee e on-line, diventando un vero e proprio lavoro. Nel 2016 è uscito il suo primo libro “Sotto il velo” (ed. Becco Giallo), un viaggio nella quotidianità di una ragazza musulmana confrontata a situazioni molto ironiche, pregiudizi e problematiche spesso sottovalutate, ma serie. “Sono episodi solo in parte personali che ho voluto raccontare con disegno semplice e tono leggero per renderli accessibili a tutti i lettori. Pregiudizi molti, razzismo poco” continua Takoua, da due anni in giro per le scuole italiane nell’ambito di progetti di sensibilizzazione alla diversità cultura e laboratori di fumetto.

“Anche se l’attuale politica non aiuta molto, sono ottimista e ho fiducia nelle nuove generazioni, molto più aperte e interculturali rispetto a quelle precedenti. Vivono l’intercultura, spesso senza saperlo, e poi nelle scuole c’è molto dibattito su temi importanti di attualità e cittadinanza. Non voglio generalizzare, ma globalmente sto riscontrando una grandissima apertura dei ragazzi e mi sembra che per fortuna i casi di razzismo/bullismo vengono sovente arginati” riferisce la fumettista. “Ai ragazzi cerco di trasmettere il messaggio che guida da sempre il mio lavoro: esprimere le proprie idee in modo libero, dialogare e confrontarsi con tutti in modo rispettoso. Abbiamo culture, idee, religioni, vissuti e caratteri diversi, ma abbiamo anche tanti punti in comune dai quali partire per conoscersi meglio, trovare punti di incontro e lavorare al bene comune. In fondo è questa la democrazia!” conclude Takoua.

Photo Credit: © Ben Mohamed Alì (copertina) – Becco Giallo – Avanguardie Migranti

5 Ottobre 2019
Letteratura e migrazioni, online corso Università Ca’ Foscari
6 Ottobre 2019
“Wall Eyes”, sguardi d’arte Italia-Africa

Leave a comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *