
Un ‘mosaic novel’ sul colonialismo italiano in Etiopia
In un romanzo collettivo illustrato una delle pagine più buie – e spesso oscurata – del colonialismo italiano in Africa. “Cronache dalla polvere”, questo il titolo dell’opera, racconta l’occupazione italiana dopo che nel 1936 il regime fascista ha preso Addis Abeba e ne fa la capitale dell’ “impero”.
Contro la resistenza dei guerriglieri arbegnuoc “le truppe italiane insieme alle camicie nere si resero protagoniste di rastrellamenti, distruzioni e massacri di uomini, donne e bambini, abbandonando umanità e pietà”, spiega la casa editrice Bompiani. Erano gli anni in cui il fascismo propagandava la falsità della “supremazia razziale” dell’etnia bianca. È opinione diffusa, tutt’oggi, che gli italiani abbiano costruito strade e infrastrutture e siano ricordati benevolmente. “Le popolazioni locali non hanno mai dimenticato quel passato di inaudita violenza”, rammenta invece l’editore nel suo sito.
Più storici lo hanno dimostrato: gli italiani, in Africa, nel periodo colonialista hanno compiuto orrori al pari di altre nazioni. In Etiopia, nel 1936, i militari usarono tra l’altro un gas micidiale come l’iprite. “Cronache dalla polvere” affronta un capitolo della storia difficile, il periodo etiope immediatamente successivo alla conquista e all’occupazione militare volute da Mussolini e dal regime, la rappresaglia seguita all’attentato del 19 febbraio 1937 a Rodolfo Graziani, allora viceré d’Etiopia: gli italiani massacrarono civili con una stima che oscilla dalle tremila alle 30 mila vittime.

A questo ‘mosaic novel’ hanno contribuito 11 autori che con i loro racconti intrecciati compongono una narrazione a più facce, curata da Jadel Andreetto (Bolzano, 1974) e illustrata da Alberto Merlin (Belluno, 1973). Un libro a più voci, con più stili, più forme narrative, affronta quel “dopo”, firmato dal collettivo di scrittrici, scrittori e illustratori ‘Zoya Barontini’.
Significativo è il nome scelto dal collettivo: ha preso il cognome dell’antifascista e partigiano Ilio Barontini (1980-1951), comunista che imbracciò le armi, addestrò e organizzò la resistenza etiope dal 1938, poi fece la resistenza in Francia contro i nazisti e in Italia come capo partigiano contro il nazifascismo; Zoya sta per “alba”, “aurora” ed è un diffuso nome femminile etiope.
Gli autori di “Cronache della polvere” sono Massimo Gardella (Milano, 1973), Lorenza Ghinelli (Cesena, 1981), Sirio Lubreto (Napoli, 1973), Gaia Manzini (Milano, 1974), Michela Monferrini (Roma, 1986), Davide Morosinotto (Camposampiero, 1980), Davide Orecchio (Roma, 1969), Guglielmo Pispisa (Messina, 1971), Igiaba Scego (Roma, 1974), Aldo Soliani (Sesto San Giovanni, 1971), Nicoletta Vallorani (Offida, 1959).
Photo Credit: © Bompiani