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Alla Biennale le voci di chi è costretto alla fuga

In occasione della 58esima Biennale d’Arte di Venezia, porte aperte a tredici artisti, cinque affermati e otto emergenti, rifugiati e non, che con le loro opere racconteranno in prima persona le condizioni di chi è costretto alla fuga dalla terra di origine, offrendo un altro sguardo su un tema di scottante attualità. La mostra d’arte contemporanea intitolata ‘Rothko in Lampedusa’, visitabile fino al 24 novembre al Palazzo Querini è un progetto espositivo indipendente dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr).

Il titolo della mostra – curata da Luca Berta e Francesca Giubilei e sponsorizzata dal Gruppo UniCredit – allude al legame ideale tra uno degli artisti più celebri del XX secolo e i rifugiati che arrivano oggi sulle coste meridionali dell’Europa, tra cui l’isola di Lampedusa, in cerca di sicurezza e protezione. Dare spazio a queste voci significa lasciare aperte le porte perché l’arte possa aiutarci a comprendere i fenomeni che l’umanità si trova ad affrontare.

L’intento principale della mostra è quello di proporre una narrazione alternativa rispetto a quella prevalente, in cui i rifugiati siano considerati non come una massa indefinita, un agglomerato di persone spersonalizzato, ma esseri umani e individui unici.

Ad accomunare gli otto artisti affermati quali Rothko, Ai Weiwei, Adel Abdessemed, Christian Boltanski, Richard Mosse, Abu Bakarr Mansaray, Nalini Malani, Dinh Q. Lê, Artur Żmijewski, e i cinque emergenti – Mohamed Keita, Bnar Sardar Sidiq, Hassan Yare, Majid Adin, Rasha Deeb – il fatto di aver vissuto personalmente la condizione di rifugiato o di aver fatto di questo tema un elemento cardine della loro carriera.

Pur non conoscendosi e avendo fatto esperienze di vita anche molto diverse, con le loro opere condurranno il visitatore attraverso un percorso inedito che permetterà di guardare con occhi diversi l’esistenza di chi è costretto alla fuga dalla terra di origine. Uno sguardo non solo dall’esterno ma anche dall’interno, poiché per una volta integrerà anche il punto di vista di chi – i cinque artisti emergenti – la condizione di rifugiato la stanno attualmente vivendo in prima persona e che hanno avuto finora opportunità limitate per coltivare il loro talento e far sentire la propria voce.

Photo Credit: © UNHCR/A. Penso – D. Zoico.

 

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