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Singa, incubatore imprenditoria migrante

Quando ci si sposta da un paese all’altro, si portano con sé le proprie competenze, l’esperienza, ma una cosa che inevitabilmente ci si lascia alle spalle, è la rete di conoscenze e contatti: è da questa semplice considerazione che nasce Singa, un’associazione basata su una community di oltre 20.000 persone in vari paesi, con programmi di mentoring e progetti per affiancare i migranti nel loro percorso di inclusione socio-economica. 

“Singa vuole dire Connessione, in lingua lingala” spiega Stefano Rovelli, co-fondatore dell’associazione Singa di Milano, “ed è nata come movimento cittadino in Francia nel 2012, per creare opportunità di incontro e cooperazione per i rifugiati e le loro comunità ospitanti, incoraggiando il dialogo, promuovendo l’arricchimento culturale e creando opportunità di lavoro”. 
In concreto, il percorso prevede un gruppo di rifugiati con competenze e skills in diversi settori, e una serie di professionisti italiani disposti a fare da mentor probono” racconta Rovelli”.  Singa Italia – che si finanzia con donazioni e foundraising privato – ha già conseguito un buon risultato con la prima fase di traineeship, alla fine della quale circa il 70% dei giovani coinvolti ha trovato un lavoro o uno stage retribuito. “L’Italia ha caratteristiche particolari” spiega Sarah Milot, program manager dell’organizzazione: “siamo forti nella prima accoglienza ma mancano i servizi di integrazione per la fase successiva”.

mentoring at Singa © Singa Italia

Selezionato tra i migliori progetti attivi in Italia per l’inclusione dei migranti a medio e lungo termine, Singa punta a trasformarsi in un incubatore d’impresa sociale con una propria sostenibilità economica. E a dicembre partirà con il primo progetto di imprenditorialità migrante ‘made in Italy’ sulla scia di quelli già lanciati a Parigi, Zurigo e Londra.

Photo Credit: © Singa

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