
Echi di Libano a Torino e Bolzano
La storia della sua città Beirut intrecciata a quella di Torino: le sculture, installazioni fotografiche e murales del artista libanese Rayyane Tabet lasciano affiorare pagine della sua memoria storica. Tabet, classe 1983, che ha partecipato alla 55° Biennale di Venezia, espone alcuni dei suoi lavori allo Spazio Franco Noero, nel capoluogo piemontese, fino al 26 febbraio.
In contemporanea Bolzano gli dedica una prima mostra, presso la Fondazione Antonio Dalle Nogare, visitabile fino al 1° giugno. Ispirandosi ai simboli dell’economia locale, l’artista ha realizzato un’installazione effimera nello spazio al piano terra, intitolata “Fault Line”.
Punto di partenza di molti dei suoi progetti, e quindi delle opere che ne derivano, è l’esplorazione di quei racconti che offrono punti di vista alternativi su importanti eventi storici, attraverso le narrazioni dei singoli individui. Per mezzo di una ricerca indipendente, le sculture di Tabet mirano a raccontare la storia degli oggetti e dei materiali esistenti di cui spesso l’artista si appropria, e lo fanno attraverso una lettura soggettiva, intessuta di note biografiche realizzate dall’artista stesso e/o dalle persone che egli incontra nella fase di creazione dei progetti.
Per la neo Fondazione Antonio Dalle Nogare, Tabet ha intrapreso un ricerca lunga un anno riguardante le vicende storiche di Bolzano e dell’Alto Adige. Il risultato è un’installazione site-specific di grandi dimensioni, composta da tre differenti elementi – marmo, acciaio e un dipinto – che da un lato rappresentano i tre livelli del panorama regionale, dall’altro lato rispecchiano tre differenti fasi socio-economiche della storia di Bolzano e dell’Alto Adige.
La fondazione è nata con la missione di “leggere i cambiamenti della società attraverso i linguaggi del contemporaneo”.
Photo Credit: © Fondazione Antonio Dalle Nogare