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Anni d’oro a Bagdad, gli scatti di Latif al-Ani

Il padre della fotografia irachena, l’86enne Latif al-Ani, ci racconta la sua Bagdad ai tempi d’oro, dagli anni ’50 fino all’arrivo al potere di Saddam Hussein nel 1979, in una mostra a lui dedicata nella città francese di Besançon. Fino al 31 gennaio, presso il Centro drammaturgico nazionale, colui che viene soprannominato il “Robert Doisneau iracheno” offre al visitatore un viaggio nella sua città di origine “irriconoscibile rispetto a quella sfigurata di oggi”.

I suoi scatti di vita quotidiana documentano la città florida della sua gioventù, tra i primi anni ’50 e il 1979, una metropoli in pieno sviluppo grazie al boom del settore petrolifero nella quale si viveva in tutta serenità. Immagini memoria di un tempo ormai perso: una giovane donna che attraversa la strada, la riunione di una comunità yazidi, la giornata dedicata alla donna con sfilata floreale, la via al-Rachid nel cuore pulsante di Bagdad con le sue palazzine basse.

“Oggi in base ai miei criteri estetici non vedo nulla di bello. La bellezza che potevo percepire e sentire non esiste più ecco perché, purtroppo, non riesco più a fotografare” racconta al-Ani, che nel 2015 ha partecipato alla Biennale d’arte di Venezia.

Al-Ani ha lasciato l’agenzia stampa irachena all’arrivo al potere di Hussein in quanto la pressione esercitata dai militanti del partito Ba’th, al quale non era iscritto, diventava troppo forte.

Oggi tutti i suoi lavori sono custoditi presso la Fondazione araba per l’immagine a Beirut: un archivio prezioso del passato tranquillo dell’Iraq e immagini molto personali di una incredibile umanità.

La mostra fotografica dedicata ad al-Ani si inserisce nella ricca programmazione del “Bagdad festival”, una quattro giorni di letture, conferenze, proiezioni e spettacoli, dal 24 al 27 gennaio.

Photo Credit: © Hatje Cantz

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