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Scomparso Ara Guler, l’occhio di Istanbul

E’ deceduto all’età di 90 anni il fotografo turco di origine armena, Ara Guler, uno dei maestri della fotografia del Novecento, passato alla storia per i suoi scatti in bianco e nero di Istanbul. Lo riferisce l’agenzia stampa di Stato ‘Anadolu’, secondo cui Guler è morto in un ospedale della città nativa, ricoverato d’urgenza per un malore improvviso. Per 70 anni le sue iconiche fotografie di Istanbul ne hanno catturato l’anima, documentandone le mille sfaccettature, memorie, nostalgie, continue trasformazioni urbane e scene di vita quotidiano sulle rive del Bosforo.

Guler si è spento nella città dove era nato, il 16 agosto 1928, in una famiglia armena trapiantata ad Istanbul. Nel 1950 ha cominciato la sua carriera di fotografo nel giornale ‘Yeni Istanbul’ per poi passare al quotidiano più accreditato, ‘Hurriyet’ e successivamente allacciare collaborazioni con le più prestigiose testate internazionali, tra cui la rivista statunitense ‘Time-Life’ e quella francese ‘Paris Match’. Guler ha incrociato i più grandi della fotografia del secolo scorso, tra cui Henri Cartier-Bresson e Marc Riboud che hanno favorito il suo ingresso nell’agenzia ‘Magnum Photos’.

Nella sua carriera di ampio respiro Guler ha percorso le strade più remote della Turchia, è andato a caccia dei misteri del continente africano e della storia dell’Afghanistan, immortalando anche personaggi famosi come Salvador Dali, Alfred Hitchcock e Winston Churchill.

Gli scatti di una vita dedicata alla fotografia sono raccolti in diversi libri di riferimento e nel museo a lui interamente dedicato, inaugurato lo scorso agosto ad Istanbul. Ad omaggiarlo anche un noto caffè della capitale turca che porta il suo nome, ‘Ara’, la cui terrazza era frequentata dal noto fotografo fino a pochi mesi fa. “La gente mi chiama il fotografo di Istanbul, ma sono un cittadino del mondo, un fotografo del mondo”: così amava presentarsi Guler, molto amico del Nobel della letteratura Orhan Pamuk, che ha usato i suoi scatti per illustrare il libro “Istanbul: Memories and the City”.

Photo credit: © Flickr (copertina); Frank Paine per Wikimedia Commons

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