
Ricetta Milano, la tavolata multietnica
Ognuno ha il suo posto, ognuno ha il suo cibo. Ma in molti condividono, anche se per questioni igieniche e di sicurezza, non si potrebbe. Sui tavoli, c’è un po’ di tutto. Dalla pizza ai ‘dumpling’, i ravioli cinesi, al cous cous: è stata una grande festa delle culture, contro razzismi e discriminazioni, quella di Ricetta Milano, ieri a Parco Sempione. Quasi tre chilometri di tavolate, oltre diecimila partecipanti per dire, come ha sottolineato, l’arcivescovo di Milano Mario Delpini che il capoluogo lombardo “non ha paura della diversità”.
La comunità cinese è la prima ad arrivare. Poi tutti gli altri. Chi in abiti tradizionali e chi no. Tante le musulmane velate con il gruppo “Mamme a scuola” delle elementari di via Dolci. Peruviani in costumi etnici, africani dalla Nigeria, dal Ghana, dal Camerun, dal Senegal, con i tamburi che hanno dato il via ai balli.
E ancora la tavolata dell’Anpi e i boy scout. La parola più pronunciata e declinata nelle lingue del mondo, è “grazie”. Il sindaco Beppe Sala gira per i tavoli, tra selfie e strette di mano. È visibilmente soddisfatto. Dopo la marcia dei centomila dello scorso anno, la città torna a rispondere con una grande manifestazione corale alle spinte xenofobe e al clima di intolleranza che serpeggia in Italia.
L’idea di Ricetta Milano è nata da Kamba, che dal 2016 promuove iniziative per l’integrazione di rifugiati e richiedenti asilo attraverso la valorizzazione delle loro identità gastronomiche.”La ricetta vincente è l’apertura” dichiara Emanuela Vita, presidente di Kamba. “Milano è una città che scommette su chi arriva da lontano, una metropoli europea e globale, che non ha avuto paura di accogliere migliaia di profughi ogni volta che c’è stato bisogno.
La tavolata del 23 giugno è la manifestazione plastica di questa apertura. L’evento più partecipato, conviviale e coinvolgente dell’anno”.