Arte e creatività, il riscatto dell’Africa
Nella capitale del Senegal, a Dak’Art 2018, va in scena il riscatto dell’Africa, con i suoi artisti portabandiera dell’identità e del talento del continente giovane. Un evento clou per il mondo dell’arte contemporanea, non solo africana, ormai inserito a pieno titolo nell’agenda internazionale delle manifestazioni da non perdere.
Per Dak’Art il curatore di fama mondiale Simon Njami non poteva scegliere titolo più azzeccato: “L’heure rouge”, “L’ora rossa”, ispirandosi al poeta Aimé Césaire, uno dei padri della Négritude, a dieci anni dalla sua scomparsa. La Biennale rende anche omaggio allo scultore Ousmane Sow, una delle più grandi figure artistiche del Senegal, deceduto nel dicembre 2016 all’età di 81 anni. La formula è vincente: un mix tra patrimonio storico-culturale del continente africano – in parte sconosciuto e poco raccontato – e giovani creatori di avanguardia.
Non solo a Dak’Art. Per l’Africa è giunta l’ora della consapevolezze e della presenza, della riscoperta di sé, della propria storia, della propria identità e delle proprie potenzialità, per mostrare al mondo il meglio della creatività ma soprattutto per avere un proprio posto sullo scacchiere artistico internazionale.
Proprio questo sta accadendo. Negli ultimi mesi pittori, scultori, registi, scrittori, musicisti, designer, stilisti africani e afro-discendenti sono saliti sul grande palcoscenico mondiale, ottenendo visibilità e prestigiosi riconoscimenti.
Una dinamica, uno slancio propulsivo simbolicamente avviato nel 2015, quando l’Onu ha decretato il “Decennio internazionale degli afro-discendenti”, che si concluderà nel 2024. Una sfida e un’opportunità a tempo stesso per (ri) scrivere la storia del continente, o meglio riappropriarsene, valorizzarla, farla conoscere. Un progetto nel quale l’Unesco è impegnato da decenni, con nove volumi di Storia generale dell’Africa già pubblicati, più di 8 mila pagine per “smontare stereotipi razzisti”, retaggi di secoli di colonialismo. Un’impresa, quasi una missione, che dal 2017 coinvolge un collettivo di più di 200 artisti in tutto il mondo, tra cui il musicista congolese Ray Lama, i cantanti maliani Rokia Traoré e Cheihk Tidiane Seck, il rapper francese Mokobé.
In prima linea nel riscatto culturale dell’Africa ci sono loro, gli artisti che vivono e lavorano in Africa, quelli della diaspora e gli afro-discendenti, AVANGUARDIE MIGRANTI, fiori all’occhiello del continente del futuro.
A distinguersi, ultimi in ordine cronologico, ma non per talento, sono stati, tra gli altri, gli artisti afro-americani Kehinde Wiley e Amy Sherald che hanno ritratto Barack e Michelle Obama, entrati a far parte della collezione della National Portrait Gallery della Smithsonian Institution a Washington; il pittore nigeriano Ben Enwonwu (deceduto nel 1994), la cui tela della principessa ‘Tutu’, soprannominata la Monna Lisa africana, è stata venduta all’asta 1,2 milioni di sterline, un record andato oltre le aspettative della casa inglese Bonhams, mentre a Città del Capo (Sudafrica), dopo solo 5 anni di lavoro, ha aperto le porte lo Zeitz Mocaa, il primo grande museo interamente dedicato all’arte contemporanea africana.
Se passiamo alla letteratura, facciamo i nomi della scrittrice ugandese Jennifer Nansubuga Makumbi, vincitrice del prestigioso premio letterario Windham-Campbell Prizes dell’Università Yale, con il suo libro “Kintu”, a lungo considerato “troppo africano”, e dell’autore senegalese Mohamed Mbougar Sarr, 28 anni, premiato sei volte in quattro anni, più giovane scrittore ricompensato al premio Littérature du Monde in Francia con “Le silence du choeur”. Al box office ha realizzato incassi record, meglio di “Titanic”, il primo cartoon della Marvel con un supereroe nero, “Black Panther”, fenomeno cinematografico dell’anno, mentre al Festival di Cannes è stato accolto con una standing ovation il primo film keniano mai selezionato, vietato in patria, “Rafiki” della regista 38enne Wanuri Kahiu, una storia d’amore tra due donne.
Anche in Italia sta fiorendo la primavera africana dell’arte e della cultura, con grande successo di pubblico: Afro Fashion Week a Milano, Black History Month a Firenze, Ottobre africano, Festival panafricano di Torino. Il prossimo appuntamento è con il RomAfrica Film Festival, in programma a luglio alla Casa del Cinema di Villa Borghese.
In copertina, Photo credit ©Siaka Soppo, Akaa, Fiera arte comtemporanea e design, Parigi.
Photo credit © Dak’Art, Unesco, Smithsonian Institution, Jennifer Makumbi