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“Hell Inside”: gioco d’azzardo piaga sociale

“Ho voluto lanciare un messaggio molto semplice: il gioco è bello finché rimane tale. Ogni eccesso può nuocere al giocatore e a chi gli sta vicino, trascinando con sé intere famiglie. L’azzardopatia a certi livelli può anche uccidere, se non si è attenti oppure se si nega di avere un problema col gioco”. Il regista camerunense Gaston Biwolé presenta così “Hell Inside“- la sua ultima opera di cui ha anche firmato la sceneggiatura – al Festival dei Popoli e delle Culture di Monterotondo (Rm)

Il cortometraggio autoprodotto di 14 minuti è stato girato nel febbraio 2017, in soli cinque giorni e senza alcun budget. Le riprese hanno portato cast tecnico e attori nei quartieri della Città dei Ragazzi di Roma, ai Parioli e nella zona dei Colli Albani. E’ una produzione Minera Dream, NiBi – Neri Italiani Black Italians e Shedea SAS.

In realtà “Hell Inside” è il frutto di un lungo percorso. E’ da anni ormai che il regista concentra la sua attenzione sull’azzardopatia, un tema difficile che già affiora nel suo precedente cortometraggio “A Special Day” (2015), presentato al Short Corner al Festival de Cannes. Il protagonista strappa con decisione un gratta e vinci dicendo al collega che lavora con lui al ristorante che questo tipo di gioco “è la rovina di intere famiglie”.

Dal carattere naturalmente incline alla curiosità e all’osservazione dei comportamenti umani in varie situazioni della vita quotidiana, Biwolé ha frequentato per un lungo periodo sale giochi ai quattro angoli di Roma, spiando di fatto chi ‘viveva’ in quei luoghi. Voleva capire qualcosa in più su questa voglia insaziabile di trascorrere intere giornate davanti alle slot machines. Osservando a lungo i giocatori, ha capito che quello che all’inizio può sembrare un passatempo si trasforma progressivamente in un’abitudine compulsiva e in alcuni casi senza che i soggetti in questione se ne accorgano.

“Ho conosciuto delle persone che si sono pesantemente indebitate, altre che riconoscevano di avere un problema col gioco e sapevano di rischiare grosso, ma andavano avanti lo stesso”, racconta il regista, che vive e lavora in Italia da diversi anni. Per tutte queste ragioni ha deciso di affrontare un argomento in parte tabù per suonare un campanello d’allarme su una vera piaga sociale, ma alla quale viene rivolta scarsa attenzione.

“In Italia così come in altri paesi occidentali, ma anche nelle nazioni più povere, i governi accolgono con troppa facilità chi investe nel gioco d’azzardo e le sale giochi spuntano ovunque come funghi. Nell’ultimo periodo sui media vedo un’attenzione sempre maggiore e alcune associazioni del terzo settore ci stanno lavorando da vicino: la cosa mi dà sollievo. Bisogna andare avanti su questa strada per bloccare un fenomeno pericolosissimo per la società”, avverte il regista.

“Hell Inside” nasce quindi dall’urgenza di affrontare il tema sotto il profilo etico e sociale, di sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica. Biwolé lo fa narrando due storie apparentemente lontane di due persone di origini e religioni diverse: quella di un signore bianco benestante, padre di famiglia e quella di un immigrato nero musulmano, che si guadagna da vivere lavorando come agente di sicurezza. I due sono accomunati dall’azzardopatia, ma mossi da esigenze diametralmente opposte, sottolineando così la presa che tale disturbo potrebbe avere su chiunque, a prescindere dalla propria origine, genere, età, religione o ceto sociale.

Dopo l’attenzione rivolta da pubblico e critica al cortometraggio, Biwolé ha deciso di proseguire il suo lavoro con un lungometraggio, del quale ha già scritto la sceneggiatura e selezionato buona parte del cast. Un altro progetto, questo, che sarà autofinanziato anche con il lancio di un crowdfunding e la ricerca di sponsor.

 

Azzardopatia in Italia, i numeri del fenomeno silente:

Il gioco d’azzardo patologico (definito anche azzardopatia o genericamente e impropriamente ludopatia) è un disturbo del comportamento rientrante nella categoria diagnostica dei disturbi del controllo degli impulsi. Nel 2013 il gioco d’azzardo è stato inquadrato nella categoria delle cosiddette “dipendenze comportamentali“.

Gratta e vinci, bingo, slot machine, videolottery on line: a giocare sono ben 16 milioni di italiani, con una spesa media globale di 260 milioni di euro al giorno, 3012 euro al secondo. Secondo uno studio del Cnr, in Italia sono 250.000 i giocatori patologici e 700.000 quelli problematici.

“La febbre d’azzardo”, Speciale Tg1 andato in onda a luglio 2017, ha documentato un fenomeno in accesa nel paese, una vera e propria guerra per spartirsi un’industria che vale 95 miliardi di euro l’anno e un record di entrate di 10 miliardi nelle case dello Stato. Un’emergenza che vede scendere in campo associazioni della società civile, psicoterapeuti, chiesa cattolica, sindaci e regioni che denunciano l’impoverimento di migliaia di famiglie e le ricadute negative sui territori. Mentre alcuni enti locali hanno già emanato provvedimenti restrittivi sul gioco d’azzardo, il governo dice no al proibizionismo che rafforzerebbe le organizzazioni criminali, ma sembra avere difficoltà nell’approvare una riforma che metta d’accordo tutte le parti coinvolte.

Inoltre, il gioco d’azzardo online rappresenta una delle patologie da dipendenza a più rapida crescita tra i giovani in Italia: il 50% dei ragazzini tra i 13 e i 18 anni dedica all’utilizzo di strumenti tecnologici tra le tre e le sei ore al giorno. Alla luce di questo pericolo per le giovani generazioni, Modavi Onlus ha realizzato un software di prevenzione e monitoraggio del gioco d’azzardo online per sistemi Android e Apple. Il progetto “Mind the G.A.P – Attenti al Gioco d’Azzardo Patologico” è stato attuato attraverso la Società Halcom ICT, in collaborazione con Ideazione Ciao e con il finanziamento del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

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