A Parigi l’apartheid nelle foto di Goldblatt
Per la prima volta la Francia dedica una mostra personale al grande fotografo sudafricano David Goldblatt. Fino al 7 maggio al Centre Pompidou di Parigi sono esposte più di 200 foto – comprese le prime realizzate a 14 anni e quelle scattate dagli anni ’60 in poi – oltre a un centinaio di documenti inediti che ricordano la nascita di uno stile originale.
I suoi lavori rappresentano una testimonianza unica della storia tumultuosa del Sudafrica. Con sguardo acuto Golblatt ha fotografato tutte le comunità durante la pagina nera dell’apartheid, i primi passi della democrazia e le problematiche sociali più accese.
La mostra si articola in due sezioni: ritratti da una parte, strutture e territorio sudafricano dall’altra. Colpisce il fatto che per comprendere l’apartheid e ripercorrere antiche storie di orrore Goldblatt, classe 1930, sia partito non direttamente dal Sudafrica, dove è nato – a Randfontein – ma dalla Lituania, terra di origine della sua famiglia, dove è stata perseguitata.
Una rabbia profonda che traspare dai suoi scatti volutamente in bianco e nero, mentre per i reportage internazionali Goldblatt predilige i colori. “Sono tornato al bianco e nero per due motivi: perché francamente tutto andava storto e si tornava indietro, la nostra società veniva distrutta. E per me il bianco e nero traduce meglio la rabbia. E poi sono tornato al bianco e nero perché mi piace” ha spiegato il fotografo, commentando il suo lavoro molto personale sul Sudafrica. Una rabbia che emerge anche dai testi che accompagnano le foto e fanno entrare il visitatore in una realtà dura, in una storia complessa ma senza fornire alcun giudizio.