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A Saint-Louis un nuovo Museo della Fotografia

Vuole anche essere un omaggio alla ricca storia di Saint-Louis il nuovo Museo della Fotografia (Musée de la Photographie, MuPho) inaugurato il 25 novembre nella città senegalese iscritta al patrimonio mondiale dell’Unesco.

Il progetto è stato voluto e finanziato, con un capitale di 100.000 euro, dall’uomo d’affari e collezionista senegalese Amadou Diaw, già fondatore dell’Istituto superiore di management di Dakar e del Forum di Saint-Louis, la sua città nativa alla quale vuole restituire la gloria passata. Per Diaw sviluppo e urbanizzazione devono transitare dalla cultura e dalla creatività. Così ha deciso di restaurare una vecchia casa tradizionale sede del museo della fotografia, con l’intento di tutelare il patrimonio architettonico locale e dare nuova vita a diversi luoghi della città settentrionale situata su un’isola alla foce del fiume Senegal.

Ma Saint-Louis non è nuova alla fotografia : proprio in quel luogo nel 1863 il ministero francese della Marina e delle Colonie inviò la prima macchina fotografica di tutta l’Africa occidentale. Sin dal Novecento a Saint-Louis lavoravano fotografi talentuosi, prima francesi poi senegalesi, tra cui Meïssa Gaye, che hanno aperto studi negli anni 40’, per arrivare a Oumar Ly e  Oumar Sow ai quali la mostra inaugurale è dedicata.

“Rêveries d’hier et songes du présent” è il titolo dell’altra mostra che propone  scatti anonimi che ritraggono bellezze senegalesi degli anni 30’ agli anni 50’, con la speranza che venga fuori il nome degli studi fotografici dell’epoca. Ad arricchire la collezione di Diaw diverse fotografie di artisti contemporanei: Joana Choumali, Malika Dagana, Omar Victor Diop e Fabrice Monteiro. Una collezione che in futuro potrebbe spostarsi in altri paesi africani ma anche in Europa e in Asia per far conoscere la storia della fotografia senegalese.

La direzione del museo è stata affidata a Salimata Diop, 30 anni, dal 2014 direttrice artistica della fiera AKAA a Parigi dopo studi in letteratura e arte alla Sorbonne e all’Iesa, seguiti da collaborazioni a Londra con la galleria Tiwani e la Bonham’s. “In Senegal si tende ancora a considerare la cultura come un folklore simpatico. Con il Museo della Fotografia vogliamo invece dimostrare che la cultura genera ricchezza e occupazione, quindi è parte integrante dell’economia” ha dichiarato la Diop, ricordando il presidente poeta Léopold Sédar Senghor, che destinò alla cultura buona parte del budget pubblico, e il talento di molti giovani artisti senegalesi di rientro in patria dopo studi all’estero, fiduciosi nel risveglio della creatività locale.

Photo Credit: © Musée de la Photographie, MuPho

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