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Romaeuropa Festival, sipario sulle sfide del presente

“Agli artisti il compito di mostrarci attraverso i loro occhi quello che accade oggi e solo loro possono offrire risposte alla contemporaneità”. Parola di Fabrizio Grifasi, direttore del Romaeuropa Festival (Ref), la rassegna più internazionale e sperimentale che abbia la capitale. “Where are we now?”, dove siamo, ma soprattutto dove andiamo: è questo il fil rouge della 32ma edizione del Ref che va in scena dal 20 settembre al 2 dicembre con circa 80 progetti, 60 spettacoli e mostre, di cui sette prime, frutto dell’impegno di più di 300 artisti provenienti da 32 paesi.

Per il direttore della fondazione Romaeuropa, “le opere compongono una mappa del presente, fragile come il castello di carte della nostra immagine di quest’anno, ma non per questo meno ambiziosa, oltre le categorizzazioni estetiche”.

Opere che si collocano nello spirito del nostro tempo, lo attraversano plasmandolo, con quella capacità che può avere l’arte di anticipare il futuro, svelandone i grandi temi più che offrendo risposte.

Un Festival all’insegna dei linguaggi più contemporanei e disparati, in tante sedi sparse per la città, dai musei ai teatri passando per le biblioteche,e per la prima volta una programmazione specifica per bambini e famiglie, il Ref Kids.

Per citare solo alcuni nomi, nella sezione “Visions” la coreografa sudafricana Dada Masilo offre una rabbiosa rilettura di “Giselle”. Sul tema della condivisione, “Sharing”, Sidi Larbi Cherkaoui, coreografo belga dal segno emozionante, porta sul palco il suo “Fractus V” con danzatori e musicisti dal variegato background. Tra le “Powerful Stories” la voce di Dorothée Munyaneza che documenta poeticamente le violenze in Rwanda.

 

Photo Credit: © Romaeuropa Festival

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