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Mediterraneo migrante

Mi considero un fortunato erede del Mediterraneo. Dalla notte dei tempi la storia del Mediterraneo, culla di civiltà, è fatta di viaggi, spostamenti, invasioni, migrazioni. Anche gli animali e persino i fiori migrano, e noi siamo come tutte le altre specie. Il povero Virgilio ha dedicato un intero poema per raccontarci la storia di un certo Enea, profugo dell’Asia Minore dopo che la sua casa e la sua città furono bruciate, fondatore di Roma. La mia città, Napoli, è stata fondata dai Greci sotto un vulcano catastrofico e un suolo sismico, poi governata dagli Spagnoli. Proprio per questa storia, noi Italiani abbiamo nel nostro circolo sanguigno una vera distilleria: fenici, egiziani, greci, ebrei, magrebini, spagnoli, islandesi, francesi. D’altra parte c’è una quantità di italiani sparpagliati nel mondo, per cui non possiamo rivendicare alcuna purezza della razza”: ha esordito così il suo intervento sul tema “Letteratura oltre le frontiere” lo scrittore Erri De Luca, ospite ieri della prima serata di “Liberi sulla Carta”, fiera dell’editoria indipendente in corso fino al 17 settembre nel borgo medievale di Farfa, nel cuore della Sabina, alle porte di Roma. (http://avanguardiemigranti.it/2017/09/12/liberi-sulla-carta-tutticompresi/)

Un pugno allo stomaco la sua risposta alla domanda di AVANGUARDIE MIGRANTI: “Oggi cosa rappresentano i confini?”. Di confini varcati, di confini da chiudere, di migranti non si è mai parlato tanto come in questi ultimi mesi…. La prospettiva storica del fenomeno data da De Luca ricorda – casomai uno se lo fosse dimenticato o non lo sapesse – che la storia stessa dell’Italia, del Mediterraneo, dell’intera umanità è fatta da sempre di spostamenti. Quante invenzioni, innovazioni, ricchezze culturali, risorse economiche e progressi sociali dobbiamo a questi flussi nel Mediterraneo! Ne siamo tutti il prodotto diretto e come lo scrittore partenopeo dovremmo sentirci, almeno un pochino, “eredi fortunati”.

Poi il tono di De Luca si accende, la poesia innata del suo linguaggio si fa più ruvida, si avverte una punta di rabbia, di dispiacere anche, lui che da sempre è in prima linea in molte cause sociali…

“Il Mar Mediterraneo è una via liquida. I flussi migratori appartengono ai fluidi, non ai solidi. Non serve a nulla respingere, bloccare, chiudere. Chiusa una rotta se ne apre un’altra.  I flussi non sono regolabili, arrestabili, neanche dall’Unione Europea e da tutti i sistemi inventati”, lancia lo scrittore, aggiungendo che “anche in acqua i confini amministrativi – i 12.000 miglia delle acque territoriali nazionali – sono un abuso sullo spazio di natura. Per definizione i confini sono fatti per essere superati, attraversati. Anche le montagne che non sono affatto fortificazioni naturali”.

Le parole non si fermano, in una denuncia crescente delle “schifezze fatte da 20 anni nel Mediterraneo per respingere i flussi, inutilmente, con conseguenze gravissime per le generazioni future”. De Luca ricorda l’affondamento del barcone albanese Katër i Radës nel canale di Otranto il 28 marzo 1997 per poi puntare il dito sul recente accordo del governo italiano che “ha versato 5 milioni di euro a bande locali libiche, i trafficanti di ieri diventati guardia costiera. Per un mese pensano di essere tranquilli, ma a nulla servirà. Le rotte si sposteranno nuovamente più a nord, verso Tunisia, Algeria”.

Il peggio non ha limiti: per De Luca l’aggravante del nostro tempo è anche quello di aver dato vita al “peggior sistema di navigazione in tutta la storia dell’umanità, peggio ancora della deportazione degli schiavi dall’Africa verso le Americhe. Loro erano merce da consegnare poiché venduta, quindi arrivava a destinazione. Oggi invece assistiamo a una deportazione pagata in anticipo. Gli esseri umani sono diventati la merce più redditizia da trasportare, più della droga!”.

Dalla sua esperienza a bordo di una nave di Medici senza frontiere (Msf), Erri De Luca ci racconta di “persone caricate di notte su gommoni, anche sotto la minaccia delle armi. Veri e propri stock di essere umani spremuti, spediti al largo e chi se ne importa se non arrivano a destinazione, tanto hanno già pagato!”. Proprio per questo motivo, sottolinea, “per chi lo vede sul campo, la possibilità di un accordo tra trafficanti e le ong che salvano i migranti in mare è un’ipotesi di reato totalmente infondata”.

Foto © Giorgia Piantanida – Liberi sulla Carta, 2017

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