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“Chinamen”, storie della comunità cinese

Un vero e proprio concentrato di storia dell’immigrazione cinese in Italia per capire meglio il presente e costruire consapevolmente un futuro di serena convivenza e reciproco arricchimento culturale. In un periodo di tensione sociale, “Chinamen. Un secolo di cinesi a Milano”, graphic novel di Ciaj Rocchi e Matteo Demonte edito da Becco Giallo, dà un contributo significativo.

I due illustratori e videomaker sono partiti (in realtà a km zero) sule tracce dei cinesi giunti in Italia da pionieri per arrivare ai giorni nostri, grazie ai discendenti dei primi immigrati e alle loro testimonianze dirette. Ieri come oggi in cerca di fortuna…

Da quanto documentato da Chinamen, i cittadini cinesi residenti in Italia – numericamente la più grande comunità in tutta Europa, 200.000 su un totale di 826.000 – sono per lo più originari dalla parte interna della provincia dello Zhejiang. A cominciare dal pioniere Wu Qianku, arrivato a Brescia per vendere tè e statuine cinesi realizzate con una pietra simile alla giada. Grazie a dei conoscenti milanesi partecipò nel 1906 all’Esposizione Universale di Milano, dove per la prima volta ci fu un padiglione cinese, principio di incontro con un popolo in apparenza ‘esotico’.

Pochi anni dopo, durante la Prima Guerra Mondiale, per allacciare più strette relazioni diplomatiche con le potenze europee, Pechino inviò un contingente di 140.000 volontari, di cui molti erano dello Shandong. Costruirono trincee e lavorarono nelle fabbriche mentre gli altri uomini erano al fronte. Alla fine del conflitto circa 2000 di loro rimasero a Parigi, sposarono donne francesi e così nacque la Chinatown parigina. La presenza cinese in Europa fu quasi esclusivamente maschile fino agli anni 50′-60′ e operativa nel settore commerciale.

Anni duri per la comunità cinese durante il periodo fascista: ci furono rastrellamenti e campi di prigionia, ma anche storie d’amore con donne italiane. Tra le tante vicende Chinamen rievoca la storia di Chen Yuhua, prima donna cinese immigrata in Italia nel 1960.

Di questo mondo perduto Rocchi e Demonte ci regalano un affresco in cui scopriamo le vite esemplari di alcuni esponenti di spicco della comunità cinese di Milano, storie di uomini in fondo più vicini a noi di quanto si possa pensare, con un grande fiuto per gli affari e sostenuti da moglie italiane determinanti nel loro successo.

L’originale graphic novel si inserisce in un progetto più ampio promosso dal Museo delle Culture di Milano (Mudec) e dal Comune stesso per far conoscere la comunità cinese che vive con noi. Oltre a Chinamen anche un documentario a fumetti e una mostra omonima (http://www.mudec.it/ita/milano-citta-mondo-cina/)

Photo credit: © Becco Giallo

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