
Ibn Battuta, in viaggio con la danza
Una trentina di artisti di varie nazionalità, molti dei quali non professionisti, compresi alcuni bambini italiani di seconda generazione, hanno portato in scena al Teatro Spasimo di Palermo lo spettacolo “Il viaggio di Ibn Battuta” di Sabah Benziadi. Filo conduttore della pièce di teatro/danza sperimentale: la follia come libertà di espressione, creatività e aggregazione e il concetto, senza tempo, per cui: Non c’è integrazione senza cultura, non c’è cultura senza contaminazione.
Un viaggio/spettacolo, condotto da Marzia Puleo, che prende spunto dalla figura e dalle testimonianze raccolte da Ibn Battuta, il più noto viaggiatore del mondo arabo paragonabile al nostro Marco Polo. Un progetto indirizzato a far emergere nuovi talenti, la danza come strumento di confronto e convivenza tra le diverse culture.
L’intero lavoro, comprese le ricerche e le prove, diventerà un documentario firmato da Michelangelo Gratton e da Sabah Benziadi. “La danza – spiega Sabah Benziadi, ideatrice e regista del progetto – è libertà, espressione, coinvolgimento, è un’educazione all’amore per se stessi e per gli altri. Per questo ho voluto sperimentare cose diverse, mettere insieme persone che non si conoscevano, mescolare i palermitani al resto del mondo. Ho coinvolto – prosegue la coreografa algerina che in città dirige a l’Accademia di danze orientali – anche un gruppo di ragazzi profughi del Gambia che ho incontrato per strada mentre giocavano a pallone, ospiti della cooperativa Nuovi Orizzonti“.
Photo credit: © “Il viaggio di Ibn Battuta”