“A Special Day” nella Roma multietnica
Thomas, africano musulmano originario di Gibuti, lavapiatti in un ristorante di Roma, è un giovane con idee rivoluzionarie, ispirato alla figura di Thomas Sankara, il presidente del Burkina Faso assassinato nel 1987. Ha convocato i suoi amici più stretti in un locale di Trastevere per comunicare loro un fatto importante che aspettava da tanto tempo. Thomas sta per adottare un bambino est europeo, biondo dagli occhi azzurri, di confessione musulmana. Un fatto improvviso accade nel locale, impedendogli di dare la bella notizia.
E’ questa la trama di “A Special Day”, in programmazione domenica 16 luglio alle ore 21.30 alla Casa del Cinema di Villa Borghese, nell’ambito della terza edizione del RomAfrica Film Festival (Raff).
Il cortometraggio è a firma di due registi di origine africana, stabiliti in Italia da molti anni: il camerunense Gaston Biwolé e Kassim Yassin Saleh di Gibuti.
Il filmato in lingua italiana, di 18 minuti, è stato girato in cinque giorni nel cuore di Roma, tra il Lungotevere, Ponte Sisto, Piazza Santa Maria in Trastevere, Piazza Sonnino e il bar San Callisto. I registi hanno scelto il bianco e nero per “far tufare il quartiere storico di Trastevere nell’atmosfera magica del neorealismo, un omaggio al maestro Pierpaolo Pasolini”, dice Kassim ad AVANGUARDIE MIGRANTI. Mentre per Gaston il bianco e nero “evidenzia meglio il lato onirico della storia che stavamo trattando. Un modo di estranearsi dalla realtà dei fatti di quel momento per trasmettere meglio l’idea del sogno. Il sogno del protagonista e quello degli autori”.
Un sogno molto ancorato nella realtà odierna, che deve fare i conti con atti terroristici in Europa e la paura che questa minaccia alimenta nella vita quotidiana, specie nelle grandi città. Sentimenti e reazioni che Gaston e Kassim narrano con un’angolatura tutta loro.
“A Special Day” racconta anche l’Italia di oggi attraverso le storie dei diversi protagonisti che si intrecciano. Storie che danno volto e voce alle comunità straniere, alle categorie più deboli, ai margini della società, pur contribuendo in modo significativo alla vita economica, sociale e culturale. I personaggi – lavapiatti di Gibuti, venditore ambulante senegalese, cameriere albanese, cantante cinese, ivoriana ben inserita – sono lo specchio della ‘nuova’ società multietnica in cui le varie componenti convivono e collaborano nella vita quotidiana. Emergono anche nelle loro differenze e sfumature le diversi esponenti delle comunità straniere stabilite in Italia.
Battute e sguardi intrisi di luoghi comuni, stereotipi, pregiudizi, diffidenza ma anche solidarietà e tanta umanità. “Abbiamo voluto trattare vari temi in modo ironico: i pregiudizi razziali che sono accentuati dopo gli attentati di Parigi, l’amicizia, l’identità e il desiderio di paternità di uno dei protagonisti. Il messaggio di fondo è che ognuno di noi può avere una sua giornata speciale, quindi non bisogna mai arrendersi di fronte alle avversità. La positività cambierà il mondo”, concludono i registi.
Photo credit: © “A Special Day”